Oligodendrociti nuovi e sopravvissuti a confronto nella sclerosi multipla

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 26 febbraio 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La perdita di mielina che si verifica nelle malattie demielinizzanti, e in particolare nella sclerosi multipla, evidenzia due destini degli oligodendrociti presenti nei focolai di distruzione della guaina di rivestimento degli assoni: vanno incontro a morte cellulare oppure sopravvivono. Il secondo dei due destini è di notevole interesse per i processi di rigenerazione della mielina, che viene prodotta da nuove cellule dell’oligodendroglia o da quelle sopravvissute al processo patologico. Gli studi sulla rigenerazione mielinica non hanno finora fornito una risposta definitiva sulle differenze tra la guaina prodotta dalle nuove cellule e quella prodotta dagli elementi cellulari sopravvissuti.

Sarah A. Neely e colleghi coordinati da David Lyons hanno condotto uno studio in uno dei modelli privilegiati delle neuroscienze, cioè Danio rerio o zebrafish, per valutare caratteristiche e differenze tra la sintesi delle membrane da parte delle cellule gliali sopravvissute e la sintesi compiuta dalle nuove cellule.

(Neely S. A., et al. New oligodendrocytes exhibit more abundant and accurate myelin regeneration than those that survive demyelination. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi:10.1038/s41593-021-01009-x, 2022).

La provenienza degli autori è la seguente: Centre for Discovery Brain Sciences, University of Edinburgh, Edinburgh BioQuarter, Edinburgh (Regno Unito); MS Society Edinburgh Centre for MS Research, Edinburgh BioQuarter, Edinburgh (Regno Unito); Centre for Rigenerative Medicine, Institute for Regeneration and Repair, University of Edinburgh, Edinburgh BioQuarter, Edinburgh (Regno Unito).

Prima di esporre in sintesi i contenuti dello studio qui recensito, si riportano alcune nozioni tratte da un nostro articolo precedente[1], che ci ricordano il rilievo clinico della sclerosi multipla.

La sclerosi multipla è attualmente considerata una malattia cronica infiammatoria demielinizzante e neurodegenerativa del sistema nervoso centrale, nella quale il processo patologico principale è costituito dalla distruzione immuno-mediata della guaina mielinica e degli oligodendrociti. Il rilievo patogenetico di tale componente ha indotto molti patologi, in passato, a considerarla una malattia autoimmune provocata dall’esposizione ad agenti ambientali, trascurando i fattori genetici dell’eziologia[2]. Oltre vent’anni di studi condotti su famiglie e gemelli hanno poi dimostrato in modo convincente l’esistenza e l’importanza, verosimilmente per una parte considerevole di casi, di una componente genetica[3]. Grazie a studi di associazione, sono stati già identificati e caratterizzati alcuni fattori di rischio primariamente legati al sistema immunitario[4], ma è emerso che le varianti associate hanno un effetto molto limitato rispetto al rischio complessivo di malattia e non possono giustificare l’aggregazione di parenti biologici con sclerosi multipla dedotta dall’analisi delle famiglie.

Fra i due sessi è maggiormente colpita la donna con un rapporto di 2:1 o 3:1[5]; le ragioni di questa differenza sono ancora sconosciute, ma il dato accomuna la sclerosi multipla a molte malattie autoimmuni[6].

Oggi, con stime epidemiologiche che superano i 2 milioni di persone affette in tutto il mondo e una prevalenza di 1:1000[7], non meraviglia che sia considerata la malattia neurologica più comune fra i giovani adulti[8]. In proposito, non possiamo dimenticare l’osservazione di Gilbert e Sadler che, dopo aver descritto cinque casi di studio autoptico nei quali sono state inaspettatamente scoperte le tipiche lesioni della sclerosi multipla in persone ritenute asintomatiche per tutta la vita, concludono che la reale incidenza potrebbe essere anche di tre volte maggiore di quella attualmente riconosciuta[9].

Clinicamente la sclerosi multipla è distinta in 5 forme principali: la remittente-recidivante, che è la più frequente, la forma secondariamente progressiva, quella più rara che assume subito andamento progressivo, la forma acuta[10] e, infine, la sclerosi cerebrale diffusa[11].

Torniamo ora allo studio di Sarah A. Neely e colleghi coordinati da David Lyons.

È emerso che gli oligodendrociti sopravvissuti producevano poche nuove guaine mieliniche e frequentemente facevano registrare errori di obiettivo, ossia dei bersagli costituiti dai corpi cellulari dei neuroni da rivestire di membrane isolanti. Questi difetti hanno pieno riscontro negli aspetti patologici della rigenerazione mielinica operata dall’oligodendroglia sopravvissuta nei focolai di demielinizzazione della sclerosi multipla.

In contrasto, gli oligodendrociti generati ex-novo dopo la degenerazione, negli esperimenti su Danio rerio mostravano una capacità integra di biosintetizzare abbondanti quantità di membrane mieliniche e un corretto rivestimento per modi e sedi delle strutture da isolare dei neuroni prossimi, suggerendo migliori potenzialità rigenerative della mielina distrutta nelle placche della sclerosi multipla.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-26 febbraio 2022

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Note e Notizie 11-06-16 Trovata la prima mutazione che spiega la sclerosi multipla.

[2] Già negli anni Novanta si conosceva la concordanza fra gemelli monovulari del 25%, contrapposta al 2-3% dei biovulari, e associazioni significative con genotipi HLA; tuttavia, la somiglianza delle lesioni con l’encefalomielite allergica sperimentale è stata condizionante. Questa encefalite, divenuta poi un modello sperimentale della malattia, si produce negli animali per reazione autoimmune a materiali mielinici, in particolare per sensibilizzazione dei linfociti T alla proteina basica della mielina, e presenta lesioni demielinizzanti perivenulari a placca, con andamento cronico e recidivante come nell’andamento clinico della sclerosi multipla umana.

[3] Fagnani C., et al. Twin studies in multiple sclerosis: a meta-estimation of heritability and environmentality. Multiple Sclerosis 21: 1404-1413, 2015.

[4] Beecham A. H., et al. Analysis of immune-related loci identifies 48 new susceptibility variants for multiple sclerosis. Nature Genetics 45: 1353-1360, 2013.

[5]  Per la ratio 2:1, v. Bradl M. & Lassmann H., Multiple Sclerosis, in Neuroglia (Kettenmann & Ransom, eds), p. 785, Oxford University Press, New York (USA), 2013; per la ratio 3:1, v. Adams and Vicrtor’s Principles of Neurology, Tenth Edition, p. 917, McGraw Hill, 2014.

[6] D’altra parte la demielinizzazione si associa a malattie autoimmuni, quali SLE, malattia di Sjogren e sindromi correlate.

[7] La prevalenza media di 1:1000 abitanti in Nord America ed Europa Centro-Settentrionale comprende stime come quelle di Mayr nel Minnesota di 177 casi per 100.000 (Olmstead County) e di 30/80 per 100.000 in Nord USA e Europa. Invece, nel meridione di USA ed Europa, la prevalenza è da 6 a 14 per 100.000. Nelle aree tropicali è rara con una prevalenza sempre inferiore all’unità per 100.000 abitanti (Cfr. Adams & Victor’s, p. 917, McGrawHill, 2014).

[8] Spesso diagnosticata fra i 20 e i 40 anni: si vedano le righe introduttive in Note e Notizie 06-02-16 Nella sclerosi multipla un sorprendente comportamento delle cellule NK; Cfr. Bradl M. & Lassmann H., Multiple Sclerosis, in Neuroglia (Kettenmann & Ransom, eds), p. 785, Oxford University Press, New York (USA), 2013.

[9] Cfr. Adams and Vicrtor’s Principles of Neurology, Tenth Edition, p. 917, McGraw Hill, 2014.

[10] Malattia di Marburg e sclerosi multipla tumefattiva.

[11] Malattia di Schilder e sclerosi concentrica di Balo.